In seguito al progetto di accoglienza dei bambini bielorussi cominciato nel settembre del 1995 l’Associazione si è posta il problema di “fare qualcosa” a favore dei bambini bielorussi che, dopo il soggiorno di risanamento in Italia, ritornavano a vivere nelle loro terre contaminate. Insieme a Massimo Bonfatti (scomparso prematuramente quest’anno) volontario di Legambiente, esperto di “nucleare” e di conseguenze sanitarie dovute alla radiazioni e con il patrocinio di  Legambiente Solidarietà di Grosseto, l’Associazione Amici di Serena ha partecipato al “Progetto Humus” ideato dallo stesso Massimo Bonfatti e compartecipato anche da Gruppo Sistema di Cesena, e  Centro Ricerche e Produzioni Vegetali (CRPV) di Cesena. 

Questo progetto  è stato un intervento di cooperazione internazionale in campo sociale ed agricolo, a favore della popolazione Bielorussa colpita dall’incidente nucleare di Chernobyl. 

La disastrosa catastrofe ambientale seguita allo scoppio della centrale e il grave inquinamento radioattivo del terreno, ha reso impossibile la coltivazione di prodotti agricoli non contaminati.

Il progetto si è posto  come obiettivo un concreto tentativo di aiutare le popolazioni che vivono nelle aree più colpite, superando la logica dell’assistenzialismo attraverso la creazione di strumenti che potevano essere gestiti e moltiplicati dai diretti interessati, con un limitato aiuto esterno.

Il Progetto Humus si prefiggeva due obiettivi:

1) Livello agronomico: costruzione di serre in cui produrre, in territorio contaminato, vegetali “puliti” applicando il sistema del “fuori suolo” con le tecniche del “floatingsystem” e del “substrato”.

Il “floating system” è un sistema di coltura idroponica, molto semplice, si possono coltivare piante a foglia, ad esempio lattughe, su supporti galleggianti posti all’interno di vasche riempite di acqua e soluzioni nutritive.

 Il ”substrato” può essere composto da sacchetti di torba, materiale organico costituito da residui vegetali, sui quali vengono fatte crescere piantine di pomodori o cetrioli, alimentate con fertilizzanti ed acqua, opportunamente dosati da un sistema di controllo computerizzato.

2) Livello sociopedagogico: solo l’acquisizione di una cultura di radioprotezione sul “rischio alimentare” poteva permettere alla popolazione di minimizzare gli effetti della contaminazione radioattiva (scelta di pascoli “puliti”, gestione degli allevamenti e delle colture nel settore privato, stili di vita e comportamenti “alimentari” adeguati, ecc.).

Il progetto ha avuto il parere favorevole dei Ministeri bielorussi della Pubblica Istruzione, Sanità e Agricoltura ed è stato anche uno dei pochi progetti a valenza istituzionale riconosciuto dal Ministero per le situazioni d’emergenza della Bielorussa ed il primo, a tale livello, gestito da un’associazione di volontariato. 

In Italia (tramite l’interessamento della Commissione agricoltura del Senato, a cui si è affiancata la Presidenza della Commissione speciale in materia d’Infanzia) ha ottenuto il riconoscimento del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e del Ministero degli Esteri. Ha avuto anche il riconoscimento ufficiale dell’Ambasciata d’Italia a Minsk.

Durante il periodo di svolgimento del progetto, si è costruito a Dubovji Log (zona chiusa ad alta contaminazione della provincia di Dobrush) un sito internet dotato di computer per far si che la popolazione locale fosse informata più pienamente sulle conseguenze del disastro di Chernobyl. Si sono distribuiti anche dei dosimetri portatili per la misurazione della radiazione, in modo tale che la popolazione potesse preparare carte sempre aggiornate sulla radioattività del terreno dove i loro animali pascolavano. Si è promossa in Italia l’istruzione (presso Crpv Cesena) di 2 agronomi bielorussi, per l’apprendimento delle tecniche di coltivazione con il  “floatingsystem” e con il  substrato. Si è infine inviata in Bielorussia una piccola serra sperimentale per far si che i 2 agronomi bielorussi potessero mettere in pratiche le tecniche imparate. 

La partecipazione al “progetto Humus” da parte dell’Associazione Amici di Serena è durata circa tre anni. Si è quindi deciso di continuare autonomamente con altri progetti umanitari in Bielorussia, sempre nella provincia di Dobrush da dove vengono i bambini da noi ospitati.

Per maggiori informazioni consultate il sito internet: www.progettohumus.it  “Il portale italiano di Chernobyl e il Nucleare”.